IL FRULLATO – IL LATO DELLA FRU
a cura di Sara Fruner
Ah quanto mi piace, i primi di settembre, con l’indolenza di agosto ormai alle spalle, gettare uno sguardo all’autunno e farmi allettare dalle delizie che ci aspettano in sala questo mese…
Woody Allen ci propone la sua ultima fatica “Café Society“, e noi speriamo di cuore si tratti di una vera fatica: gli ultimi suoi film ci hanno dato tutti i motivi per credere che il genio dell’ironia avesse preferito sedersi sugli allori e proporre al suo pubblico trame viste e riviste ― a eccezione, forse, di “Blue Jasmine”, nel 2013. Presentato fuori concorso all’ultimo Festival di Cannes, “Café Society” ha suscitato pareri discordanti, con la sua storia d’amore mancato in bilico fra New York e Hollywood negli anni ’30. Se non altro diamo una chance alla coppia inedita di protagonisti Jesse Eisenberg e Kristen Stewart.
Di sicuro ci fa molta gola “Frantz”, di François Ozon, il talentuoso regista di opere originali come il letterario “Nella casa” (2013) o il recente “Una nuova amica” (2014) ― storia di un sovvertimento gender che scuote una famiglia della borghesia bene. Di questo film storico, a ora, si sa pochissimo: ambientato durante la prima guerra mondiale, Anna visita tutti i giorni la tomba del fidanzato Frantz, dove un giorno incontra Adrien, un misterioso ragazzo francese… Non male come inizio.
La stagione nuova ci porterà anche un nuovo Gabriele Muccino, con “L’estate addosso” ― sì, avete indovinato, la colonna sonora è firmata da Jovanotti.
E speriamo che Muccino Senior si sia rimesso in piedi dopo le ultime cadute cinematografiche ― su quelle personali con Muccino Junior glissiamo ― benché le due righe con cui la trama è stata riassunta, “viaggio in California alla fine del liceo di due diciottenni”, non presagiscano nulla di nuovo ― avrei potuto dire “buono”, apprezzate…
Finalmente Kim Rossi Stewart torna dietro la macchina da presa dopo “Anche Libero va bene” ― che tanto avevamo apprezzato nel 2005 ― per un film dal titolo intrigante, “L’intelligenza del maschio”. E no, il film non è una commedia…
Sul versante documentari, ne aspetto due, soprattutto il secondo. Ron Howard fa un regalo ai patiti dei Beatles e degli swinging 60s con “The Beatles – Eight Days A Week“, in cui traccia l’iter percorso dalla band, dalle loro esibizioni nei locali di Liverpool, fino alla loro ultima apparizione nel 1966.
E Werner Herzog ― nientepopodimenoche ― con “Lo and Behold – Internet: il futuro è oggi” offre una lettura del mondo ai tempi di internet, mostrandone le potenzialità, ma anche i pericoli, come certi impieghi dell’intelligenza artificiale, il cyber-bullismo e la dipendenza da connessione.
E infine un film da temere: il remake di Ben-Hur da parte del regista kazako Timur Bekmambetov, e non tanto per il suo nome impronunciabile (!), quanto per l’operazione cui si è messo a capo. Oggi come oggi, nell’era del digitale, non occorre certo reclutare 40.000 comparse, gestirle, preparare 40.000 cestini per il pranzo… Tuttavia, rifare un kolossal di quelle proporzioni ― 16 milioni di dollari sborsati dalla MGM, e nel 1959, 16 milioni di dollari erano una cifra davvero esorbitante ― sperando di non sfigurare o di eguagliarne il successo, ha un che di utopistico. Di superomistico, anche.
Bah, staremo a vedere…
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