É LA DOMANDA CHE OGNUNO DOVREBBE PORSI PRIMA DI FARE CLICK…
Le risposte possono essere molte e differenti, poiché ciascuna immagine parla un linguaggio suo: una foto potrebbe servire a catturare un momento felice per poi riviverlo e condividerlo, e in questo caso ha un significato affettivo; oppure nel caso di un reportage il suo compito è restituire la documentazione fedele di un evento, mentre in una produzione artistica serve a costruire la visione dell’autore, più o meno trasfigurata ma sempre soggettiva, individualista. Al contrario, la fotografia di moda è necessariamente un lavoro di squadra, in cui il fotografo è paragonabile al calciatore che segna il goal, ma ci riesce solo con il contributo degli altri giocatori.
La fotografia di moda ha finalità e regole ben precise e generalmente si inquadra nel più vasto ambito della comunicazione pubblicitaria: in poche parole, è un immagine che serve a collocare un prodotto nei sogni del suo target. E’ quindi fondamentale, come prima cosa, sapere a chi si dovrà rivolgere, per essere certi che il suo linguaggio venga recepito con efficacia. Esistono due tipi di foto di moda: quello più didascalico e descrittivo ma privo di pathos, finalizzato a mostrare il prodotto in modo dettagliato, utile per cataloghi tecnici o vendita on line, e quello puramente emozionale, destinato a far innamorare a prima vista: è in quest’ultimo caso che è il contenuto artistico, il famoso “punctus” di Roland Barthes che spesso prevale su tutto. Sarà questa la strada che seguiremo, declinando le nostre produzioni secondo il linguaggio dell’istinto: qualsiasi messaggio entri da questa porta ci arriva in un istante, inondando il nostro cervello di una bellezza speciale, che ci colpisce prima di ogni ragionamento.
Roland Barthes “La Camera Chiara” – compra
Annamaria Testa “La Pubblicità” – compra
di Andrea Chemelli
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