FASHION VETS FOR FASHION PETS
a cura di Federica Clemente e Thomas Calderoni – Ambulatorio Veterinario Associato San Luca
La prima rondine venne iersera a dirmi:
E’ prossima la Primavera!
Ridon le primule nel prato, gialle,
e ho visto, credimi, già tre farfalle.
Accarezzandola così le ho detto:
Sì è tempo, rondine, vola sul tetto!
(Gianni Rodari)
Benvenuta primavera!! E con il suo arrivo iniziano le prime gite fuori porta, le prime lunghe passeggiate, comincia davvero il piacere di concedersi un po’ più di tempo all’aria aperta…ovviamente sempre in compagnia dei nostri inseparabili amici a quattro zampe!! Tra i principali problemi derivanti da tale abitudine, ricordiamo infatti, le cosiddette ectoparassitosi, cioè le infestazioni da parassiti cutanei e le patologie a esse correlate.
In primavera e in generale, con l’aumento delle temperature, la natura si risveglia. Così avviene anche per pulci, zecche, zanzare e altri parassiti che in primavera costituiscono un vero problema e tormento per i nostri cani e gatti. Oltre a creare fastidio, possono provocare infezioni o trasmetter loro malattie.
Le pulci sono degli insetti che appartengono al genere Ctenocephalydes spp, e la specie più diffusa, nel gatto e nel cane domestico è Ctenocephalydes felis. Queste possono ritrovarsi sul corpo dei nostri animali e nel nostro ambiente domestico anche in inverno, ma l’infestazione aumenta in tarda primavera e all’inizio dell’autunno, quando le condizioni ambientali favoriscono lo sviluppo delle larve. Una volta sull’ospite tendono pertanto ad eseguire il “pasto di sangue” sul nostro animale (sono pertanto detti insetti ematofagi) ed entro 24-48 ore dalla prima assunzione di sangue, le femmine iniziano a deporre le uova. La parola “pulce” suscita già di per se stessa una sgradevole sensazione pruriginosa e, anche se il problema è nella maggior parte dei casi circoscritto unicamente a cani e gatti, non sono rari i casi di interessamento anche dell’uomo. Proprio per questo motivo, è fondamentale tenere il problema sotto controllo, verificando di tanto in tanto l’eventuale presenza di questi insetti sul corpo di cani e gatti, intervenendo al più presto nelle situazioni a rischio e mettendo in atto, quando risulta indicata, una regolare prevenzione in tal senso.
Un aspetto decisamente importante, invece, è la cosiddetta dermatite allergica da pulci, determinata da una sostanza allergizzante contenuta nella saliva dell’insetto: è sufficiente in tal caso anche un solo parassita per scatenare imponenti reazioni cutanee, che tendono rapidamente ad aggravarsi, amplificate dagli autotraumatismi (grattamento, leccamento, mordicchiamento) suscitati dal prurito. Prevenire è meglio che curare!!
Oltre alle pulci, un altro serio pericolo è rappresentato dalle zecche. Rhipicephalus sanguineus, dette volgarmente zecche, sono degli ectoparassiti grandi qualche millimetro negli stadi giovanili e più di un centimetro nella forma adulta. Il maggior rischio di riscontrarle durante i nostri pic-nic, giri al parco o gite fuori porta è legato al fatto che il loro ambiente di vita è rappresentato da erba alta e cespugli. Anche questi insetti, come le pulci, si nutrono del sangue dei nostri amici, e al loro passaggio non perdono occasione di “attaccarsi” e nutrirsi mediante un morso totalmente indolore. Le zecche si nutrono del sangue dell’ospite, sul quale si attaccano grazie alla presenza di una sorta di rostro boccale: una volta individuata la propria vittima, si arrampicano o si lasciano cadere su di essa e introducono la testa nel suo corpo, succhiandone il sangue e respirando tramite particolari strutture canalicolari che si aprono all’esterno. Le conseguenze possono essere anche letali: anemie, ferite e lesioni cutaneee a rischio di infezioni secondarie, trasmissione, a seguito della morsicatura, di malattie infettive di una certa gravità, come per esempio la piroplasmosi, l’ehrlichiosi, la malattia di Lyme e l’emobartonellosi.
Un discorso a parte riguardano le malattie trasmesse da vettori : la Filariosi Cardiopolmonare e la Leishmaniosi.
Entrambe le malattie sono subdole, difficilmente riscontriamo sull’animale la presenza di parassiti, e , proprio perché la trasmissione avviene attraverso nemici invisibili (zanzare e flebotomi), la diagnosi può essere fatta solo con opportuni accertamenti dal medico veterinario.
La filariosi è una malattia veicolata dalle zanzare ed in particolare, secondo recenti studi, è la zanzara tigre la maggiore responsabile della diffusione della malattia. A seconda del parassita veicolato, la filariosi può presentare una forma cardiopolmonare (causato da Dirofilaria immitis) oppure cutanea (causato da Dirofilaria repens). Le larve del parassita Dirofilaria immitis entrano nel sistema circolatorio e, una volta diventati vermi adulti (lunghi anche 15 cm), si insediano nelle vicinanze di cuore e polmoni, provocando disturbi cardiaci e respiratori. Crescono e si diffondono in maniera massiccia tanto che, se la malattia non viene diagnosticata e curata in tempo, può portare alla morte del nostro animale. I vermi adulti delle larve di Dirofilaria Repens, invece, vanno a localizzarsi nel sottocute, procurando danni decisamente minori. La filariosi può manifestarsi anche a distanza di mesi rispetto al momento del contagio, è perciò importante eseguire periodicamente un test di controllo presso il veterinario di fiducia per verificare che il nostro amico a quattro zampe stia davvero bene.
La leishmaniosi è una malattia infettiva e contagiosa causata dal parassita Leishmania Infantum, trasmesso dalla puntura di piccoli insetti, i flebotomi (pappataci). L’attività di questo vettore si realizza nelle ore crepuscolari e notturne con picco dopo il tramonto e quando le temperature sono tra i 15 e i 20° C. Durante il giorno, invece, rimane protetto e al sicuro rifugiandosi in luoghi oscuri come abitazioni, cantine, crepe dei muri, delle rocce e del suolo o anche buchi degli alberi. Durante le ore della sua attività, questo esegue il pasto di sangue sull’ospite, consentendo cosi il proseguimento del ciclo biologico del parassita che ha inoculato . La leishmaniosi è una zoonosi, ovvero può colpire anche l’essere umano. La trasmissione diretta da cane a uomo non è possibile perché, anche in questo caso, il vettore necessario è sempre il flebotomo. Infatti, i cani fungono solo da ospite “serbatoio” di Leishmania infantum.
Alla luce di quanto detto l’importante è ricordarsi una regola fondamentale:la prevenzione è l’arma più importante che abbiamo a nostra disposizione, per cui non fatevi cogliere di sorpresa dalla bella stagione, chiedete al vostro veterinario di fiducia un piano di protezione mirato e personalizzato per il vostro amico a quattro zampe!!
“Le informazioni contenute in questa rubrica sono esclusivamente di carattere divulgativo, generale e non devono in alcun modo essere sostituzione del parere medico del vostro veterinario di fiducia”