NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per MAGAZZINO26
L’autunno è inoltrato. Per dare una scossa alle giornate piovose e grigie che verranno, l’ideale è una lettura avvincente, con cui il tempo passato sul divano scivoli senza noia. Il mio consiglio è Non ti faccio niente di Paola Barbato
Chi legge Dylan Dog conosce bene Paola Barbato, sceneggiatrice di altissimo livello per la Bonelli dal 1998. Oltre al suo lavoro per la storica casa editrice di fumetti ha all’attivo altre pubblicazioni fra cui un interessante esperimento di Comic a puntate sul web che ora, visto il seguito, è approdato in fumetteria.
E’ comunque una fortuna per tutti che la sua passione per la scrittura l’abbia portata a utilizzare il suo inconfondibile talento anche in altre forme, dalle sceneggiature per fiction, cinema e teatro alla narrativa, con risultati, ovviamente, vincenti. Questo è il suo quarto romanzo e, se vi piace il thriller con “l’anima”, non fatevelo scappare.
La storia: trentadue bambini vengono rapiti, nell’arco di sedici anni, tornando alla loro vita dopo qualche giorno, non solo sani e salvi ma felici. Il rapitore sceglie le sue vittime fra quelli che riconosce affini a se; i trascurati da famiglie troppo impegnate o distratte, gli abbandonati a loro stessi e privati di quella cura e attenzione che è invece una necessità, nonché un diritto fondamentale. Quei giorni trascorsi insieme sono, intanto, una sorta di risarcimento.
Il rapimento, normalmente esperienza traumatica se non devastante, cambia in maniera positiva la vita dei piccoli. E’ proprio questo l’obiettivo di Vincenzo, il rapitore. E’ una persona buona, che rifugge la violenza. La sua missione è anche un tentativo di zittire i fantasmi di un passato doloroso. Ad un certo punto smette, rimanendo per le sue piccole “vittime” un angelo salvatore con cui tutti sentono un legame di affetto profondo.
Quindi perché, dopo altri sedici anni, i figli di alcuni di questi “prescelti” vengono rapiti a loro volta e restituiti invece quasi subito e per di più morti? Vincenzo è tornato a colpire con altri scopi o ha un imitatore?
Da questi eventi drammatici parte una ricerca, un’indagine, dove ad affiancare i rappresentanti ufficiali della Legge troviamo anche chi, per diversi motivi, si sente toccato in prima persona. Non voglio svelare troppo perché in un thriller il bello sta nella scoperta, nei colpi di scena e nelle rivelazioni… e in questo romanzo certamente non mancano.
Incontrerete tanti personaggi, alcuni più sfumati, altri molto ben dettagliati. Sarà facile affezionarsi all’umanità di ognuno di loro, anche a chi non vi aspettereste.
Certo questo libro è un thriller ma non fate l’errore di sottovalutare la sua profondità. Farete un viaggio nelle paure, le tante paranoie a cui ci stiamo abituando e quelle ataviche, istintive, radicate nel nostro subconscio.
E’ probabile che vi ritroverete, come me, a riflettere sulle responsabilità, sulla (im)possibilità di avere una totale consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni e su come, qualche volta, sia molto difficile definire cosa è giusto e cosa è sbagliato.
L’avrete già capito, Paola Barato scrive molto bene. Il suo stile è ricco e scorrevole. Ha la grandissima capacità di mantenere la tensione senza tralasciare gli aspetti più umani e delicati. Sono certa che, una volta iniziato a leggere, farete fatica a staccarvi dalle pagine di “Non ti faccio niente”.
E raggiunta la fine resterete un po’ lì, a pensarci su. Buona lettura.