NATURAL BORN READER – LA VITA DAVANTI A SÉ

NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per MAGAZZINO26

Questa volta parliamo di una piccola perla del 1975. Se avete voglia di leggere qualcosa di ironico e commovente, diretto ma delicato, pieno di spunti di riflessione questo libro è quello che cercate: La vita davanti a sé di Romain Gary

La vita davanti a se-Romain Gary

Era da molto tempo che volevo leggere questo romanzo. Finalmente ci sono riuscita. E ve lo consiglio, davvero.

Intanto l’autore stesso e la storia della pubblicazione di “La vita davanti a sé” meriterebbero un approfondimento a parte. Romain Gary, è stato uno scrittore di successo ma anche un personaggio di gran fascino e dalla vita avvincente. Dopo la sua morte (pianificata nel dettaglio) si seppe che dietro lo pseudonimo di Emile Ajar, misterioso autore di questa opera vincitrice del premio Goncourt, c’era proprio lui che per 5 anni si era lasciato insultare dai critici che lo ritenevano uno scrittore finito.

Personaggio principale e voce narrante di quest’opera é Momò. Il suo vocabolario, i modi di dire, gli errori e ovviamente le storie che ci racconta; tutto di Momò viene dalla strada, da quella Belleville, quartiere multietnico di Parigi noto agli amanti di Pennac, che è la sua “scuola” di vita. Perchè Momò ha (forse) dieci anni, vive al sesto piano di un palazzone in una sorta di pensione-asilo per figli di prostitute, non ha mai visto i suoi genitori e a scuola, quella vera, non l’hanno voluto.

Madame Rosa, unica figura “familiare” per lui, gestisce la pensione rispettando le tradizioni e la cultura di origine dei suoi ospiti (per Momò sono i precetti dell’Islam, per Moïse quelli dell’Ebraismo). Li cura e protegge come può ma anche lei ha i suoi problemi: le “rette” non sempre arrivano e bisogna arrangiarsi con quel che c’è. I bambini ogni tanto sono incontrollabili e lei è troppo grassa per i sei piani di scale. In più il suo passato (da prostituta prima e da deportata ad Auschwitz poi) ha lasciato segni profondi nella sua anima. E, cosa più preoccupante per Momò, Madame Rosa sta invecchiando.

Quel che il ragazzino ha capito della vita lo deve a lei e ad un gruppetto di variopinti personaggi: il vecchio Hamil, per esempio, dal quale, oltre a qualche antiquato intercalare, ha mutuato l’ammirazione per Victor Hugo. Non è una vita facile quella di Momò, sempre a contatto con i suoi aspetti più crudi e “sporchi”. Però, grazie alla sua innata sensibilità e a una buona dose di ironia, posa il suo sguardo semplice ma al contempo acuto sulle vicende della vita traendone insegnamenti e riflessioni sul loro significato più profondo. E ce li racconta con semplicità e senza falsi moralismi.

Il suo spirito di sopravvivenza e l’aiuto della strampalata comunità che li circonda consentono al ragazzino di affrontare e gestire, rispettando le sue convinzioni, il momento più difficile della sua ancora breve ma intensissima esistenza. Nel suo futuro c’è forse un po’ di tranquillità. Del resto ha ancora tanta vita davanti a sé.

Lo stile di questo romanzo potrebbe sembrare difficile. Non lasciatevi spaventare; la voce di Momò (perchè è lui che parla, onore a Gary) forse ci mette un po’ ad “arrivare” ma, una volta compreso il suo buffo modo di esprimersi, vi conquisterà. E, nonostante gli argomenti trattati non siano certo leggeri, il racconto di Momò è sempre scanzonato e cinico, tenero e struggente. Alcune riflessioni poi, a quarantatré anni di distanza, risultano attuali in modo significativo. Un libro imperdibile, da leggere assolutamente.

Buona lettura.

 

 

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