NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per MAGAZZINO26
Se siete alla ricerca di qualcosa di nuovo e potente, un romanzo da non perdere assolutamente è: Salvare le ossa di Jesmyn Ward.
Per iniziare conosciamo un po’ l’autrice.
Jesmyn Ward è una scrittrice quarantenne originaria del Mississippi (dove tuttora vive e insegna). E’, al momento, l’unica donna ad aver ricevuto per ben 2 volte il National Book Award.
“Salvare le ossa” , primo suo libro tradotto in Italia e pubblicato ad aprile, ha vinto il prestigioso riconoscimento nel 2011 e fa parte della Trilogia di Bois Sauvage. Gli altri romanzi sono “Where the Line Bleeds” (precedente e arrivato terzo) e “Sing, Unburied, Sing” (pubblicato e premiato nel 2017). Insomma credenziali di tutto rispetto, veramente promettenti. Ma al di là dei premi (che non sempre sono garanzia di personale gradimento) veniamo al libro, che in effetti merita davvero.
Ambientato nella zona di Bois Sauvage, paesino rurale (e fittizio) vicino alla costa del Mississippi, il romanzo si sviluppa, come un diario, in dodici giorni. La voce narrante, schietta e riflessiva, è quella di Esch Batiste, una quindicenne che ci accompagna, unica ragazzina, nel suo mondo di uomini.
Vive con la famiglia in una casupola circondata da rottami, baracche e galline nella Fossa, un avvallamento nel bosco alle porte del quartiere nero del suo paese. Oltre il bosco ci sono le case pulite e ordinate degli allevatori bianchi.
Sua madre è morta dando alla luce Junior, il suo fratellino iperattivo. Ha lasciato un vuoto incolmabile nelle sua famiglia, lenito solo in piccola parte, da affettuosi ricordi. Da qual momento Esch e Randall (il fratello maggiore) hanno avuto sulle spalle la gestione del piccolo, della casa e la ricerca del cibo. Su Skeetah, l’altro fratello, non possono fare molto affidamento: è totalmente assorbito da Chita, il suo bellissimo e feroce pitbull da combattimento che ha appena partorito.
Suo padre, tra una sbronza e l’altra, cerca di aggiustare uno dei catorci in cortile e di preparare la famiglia per l’ennesimo uragano in arrivo. Completano il gruppo gli amici dei ragazzi: Big Henry, Marquise e Manny.
La loro è una vita difficile, appena sopra la miseria che, per esperienze e responsabilità, li ha resi “adulti” prima del tempo. La affrontano a testa bassa, giorno per giorno, senza lamentarsi, concentrandosi sulla speranza di una “svolta” positiva: per Randall un futuro come giocatore di basket, per Skeetah il guadagno con i cuccioli di Chita e per Esch una storia di coppia. Perché lei è innamorata e incinta di Manny e solo la lettura del suo adorato libro sugli Argonauti e la figura di Medea riescono a darle un po’ di conforto.
Sarà l’arrivo dell’uragano Katrina, devastante oltre le aspettative, a rinsaldare la famiglia e a riportare la fiducia, il sostegno e l’amore in primo piano, unica possibilità di rinascita in mezzo alla distruzione. Jesmyn Ward scrive veramente bene.
Con stile ricco, diretto e poetico vi porterà lì nella Fossa: staccando gli occhi dal libro vi chiederete dove sono i rottami e come sta Chita. La trama vi terrà inchiodati al libro, trascorrendo quei dodici giorni di vita insieme ai Batiste, in attesa del disastro. I personaggi principali sono tratteggiati con grande abilità e sviluppati con potenza. Vi affezionerete a tutti, non solo ad Esch. Fra i protagonisti c’è sicuramente la natura, in tutti i suoi aspetti, madre benevola e forza distruttrice, che in questo romanzo risplende con tutto il suo fascino.
E’ un romanzo per alcuni aspetti crudo, ma proprio come la natura, in modo “puro”. E poi la Ward ha vissuto in prima persona la tragedia di Katrina e, forse in modo catartico, in questo romanzo condivide con il lettore l’esperienza con tutta la forza dell’uragano.
Io ve l’ho detto: leggetelo, subito, non ve ne pentirete. Buona lettura.