NATURAL BORN READER – READY PLAYER ONE

NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per Magazzino26

Per gli adolescenti degli anni 80, ma anche per tutti i gli appassionati della cultura pop di quel periodo: ecco il libro che aspettavate Ready Player One di Ernest Cline

Recensione Ready player one

Uscito per la prima volta in Italia nel 2011 con il titolo di “Player One”, questo è un romanzo che ha fatto molto parlare di se.

L’autore, Ernest Cline, scrittore e sceneggiatore americano classe 1972, ha di fatto esordito con questa opera. La sua pubblicazione è stata contesa all’asta e, ancora prima di essere stampata, i relativi diritti cinematografici erano già stati venduti ad una major. Alla fine la trasposizione sul grande schermo è stata affidata a Steven Spielberg e il film è arrivato nei nostri cinema qualche mese fa (primavera 2018) ma non l’ho ancora visto. Moltissima attenzione, tanti soldi investiti e accese discussioni tra fazioni pro e contro (sia per il romanzo che per il film). Forse vi starete chiedendo: che razza di libro è?

La storia narra le vicende di un diciottenne americano ed è ambientata in un futuro distopico (ma neanche tanto improbabile). Siamo nell’anno 2045.

Wade Owen Watts è orfano, vive con la zia e altri occupanti in una sorta di container impilato su altre abitazioni dello stesso genere, cataste di baracche a formare affollate “favelas” sporche e pericolose. Il pianeta è allo stremo tra crisi energetica, cambiamenti climatici, guerre e povertà diffusa.

In realtà Wade passa quasi tutto il suo tempo su OASIS, una piattaforma on line multiplayer sconfinata dove va a scuola, si informa, gioca e frequenta qualche amico. E’ un posto sicuro, con regole varie ma precise, dove l’apparenza non conta in quanto ognuno compare con il proprio avatar; è la via di fuga per la maggior parte dell’umanità, decisamente più attraente della vita “vera”.

E poi c’è la Caccia all’Easter Egg di Halliday. James Halliday, il creatore di OASIS è morto da qualche anno e per trovare l’erede del suo enorme patrimonio (nonché del potere su OASIS) ha lanciato una difficile caccia al tesoro on line, riservata agli “abitanti” di OASIS. Sulla base di criptici indizi e dell’Almanacco di Anorak, un compendio di tutte le passioni dell’eccentrico programmatore, chiunque ha la possibilità di vincere.

Ovviamente anche Wade, o meglio, Parzival (il suo avatar per la Caccia) si getta a capofitto nella ricerca e diventa un vero esperto della cultura pop degli anni 80 del secolo precedente. Infatti James Halliday era un vero geek, totalmente ossessionato dalla sua adolescenza e ogni cosa nella Caccia ha un riferimento alle sua passioni, che siano serial tv, film, anime, canzoni e gruppi ma soprattutto videogiochi, giochi di ruolo ecc.

Un po’ per intuito e molto per fortuna il nostro eroe riesce a trovare il primo indizio e viene catapultato in una vera (e pericolosa) avventura a cui non manca nessun elemento; ci sono i sodali, gli avversari, i cattivissimi antagonisti e il primo amore. Adesso avete capito perché tanto clamore?

In pratica l’autore, geek come Halliday, ha preso tutta la sua reale ed enorme cultura pop anni 80 e l’ha usata per creare un’avventura coinvolgente e divertente. Ogni riferimento citato è parte della sua adolescenza come di quella di molti lettori, ora quaranta-e-qualcosa-enni, che non vedevano l’ora che le loro passioni, spesso considerate da nerd, venissero recuperate da chi condivide il loro amore e, in qualche modo, nobilitate. Un’operazione che qualcuno reputa “troppo furba” ma evidentemente necessaria e sentita, almeno a giudicare dall’interesse ottenuto.

Aspettatevi quindi una lettura piacevole e avvincente, davvero un’avventura. Ovviamente aiuta, se non proprio essere nati intorno agli anni ’70, avere almeno un’infarinatura di base sugli anni 80. Non voglio mentire: parte del gusto sta nel vedere citato il proprio videogioco/film/scrittore/musicista/personaggio preferito. Ma non serve sapere tutto. Anzi, può anche essere un utile riferimento per approfondire le proprie conoscenze.

Lo stile, per il resto, è lineare e scorrevole e i personaggi sono caratterizzati in modo abbastanza netto ed essenziale ma ugualmente divertente. Gli onnipresenti richiami alla cultura pop anni 80 si riflettono anche nella trama che si sviluppa in maniera relativamente semplice. Non aspettatevi Gibson o Dick insomma, ma godetevi il “gioco”; il divertimento è assicurato.

Buona lettura

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