BERE UN FRULLATO E’ MEGLIO DI UN SUCCO DI FRUTTA

Bere un frullato è meglio di un succo di frutta

Si sa, la moda detta legge in ogni settore. In quello dell’alimentazione naturale oggi la tendenza è quella degli estratti di frutta (e verdura). Sappiamo da anni che il consumo di frutta e verdura migliorano la salute: recentemente Harvard (Muraki et al, 2013) ha mostrato ad esempio che c’è una relazione tra il consumo di frutta fresca e l’abbassamento del rischio di diabete 2, mentre non vale la stessa regola se si tratta di succhi di frutta (per intenderci quelli che trovi nel reparto specifico di ogni supermercato). Devi sapere che esiste una differenza sostanziale di composizione tra succo e frullato: soprattutto nel periodo estivo dove un succo sembra essere un’idea sana e rinfrescante, dovrai sapere bene cosa stai facendo al tuo corpo quando li assumi (in entrambi i casi). Prendi questo esempio: se mangi una mela fresca, sappiamo che i livelli di colesterolo si riducono (Ravn et al, 2013), all’opposto se bevi del succo di mela il colesterolo può aumentare (più è raffinato il succo, peggio è per il tuo corpo). Come vedi la semplice lavorazione di un cibo (apparentemente sano) può fare la differenza. Inoltre non riuscirai mai ad esagerare con le mele: dopo 2-3 sentiresti un forte senso di sazietà e interromperesti l’assunzione, regolandoti naturalmente. Cosa dire invece del succo? In una giornata calda ne puoi bere tranquillamente un litro senza accorgertene (lo stesso vale per le altre tipologie: albicocca, pera, pesca…tutte accompagnate da una quantità notevole di zuccheri isolati o addirittura aggiunti dal produttore). Cosa differenzia essenzialmente un succo di mela da un frutto fresco? La quantità di fibra. Ad esempio mangiando 200g di mela ottieni 5,2g di fibra mentre 200ml di succo ne hanno 0,4g. Purtroppo siamo soliti immaginare la fibra come qualcosa di indigeribile, un elemento che fa massa e contribuisce solo a ripulire il sistema. In realtà sappiamo che il patrimonio batterico del nostro sistema digerente è in grado di digerire questa fibra, dalla quale estraiamo degli acidi grassi a corta catena i quali hanno diversi benefici per la salute (diminuzione del rischio di patologie croniche poiché inibiscono la crescita di determinate colonie batteriche dannose e migliorano l’assorbimento di alcuni minerali quali il calcio). Dunque niente fibra, niente benefici. Cosa se ne fanno i nostri batteri della fibra? La sfruttano per mantenere una struttura funzionale del sistema digerente, migliorando l’assorbimento di nutrienti e il transito, ma sono in corso studi per chiarire in che modo questi batteri siano in grado di influenzare un po’ tutte le funzioni corporee, metabolismo (e peso) compresi. La benzina di cui si alimentano i batteri è l’acido butirrico, ricavato proprio dalla fibra che noi ingeriamo per loro. Do ut des. Ma allora, se l’unica differenza tra un succo di mela o una mela fresca (o una mela fresca frullata) è la fibra, perché non si può risolvere il problema aggiungendo della fibra ai succhi che troviamo normalmente sugli scaffali dei supermercati? Le cose non sono così semplici. Quando un produttore estrae succo, di solito non toglie solo fibra ma anche tutti i nutrienti legati ad essa. Prendi ad esempio molti polifenoli: sono una classe di fitonutrienti con molteplici potenzialità salutari. Molti di essi sono strettamente legati alla fibra e un qualsiasi processo di estrazione del succo ne sprecherebbe la maggior parte. Dunque se ami i succhi di frutta, la scelta intelligente per non “sprecare” nutrienti e massimizzare l’impatto del gesto è quella di utilizzare (sempre se non trovi i frutti interi) i “frullati di frutta” (o smoothies) non pastorizzati che mantengono tutte le proprietà senza perdere nulla.

Scegli la salute.

a cura del Dott. Francesco Taboni

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