Il tema di questa 53° edizione è “Investiamo nel nostro pianeta”. Lo scopo è nutrire il dibattito per accelerare la lotta al cambiamento climatico.
Come ogni anno dal lontano 1970, la Giornata della Terra ritorna per rammentarci, a livello mondiale, quanto poco sia stato fatto e quanto ancora ci sia da fare per salvaguardare il nostro Pianeta.
Un’occasione per divulgare e tornare a studiare soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell’uomo. Soluzioni che includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali e la protezione delle specie minacciate.
E la moda non rimane certo a guardare: sempre più sono le aziende che adottano queste linee guida appena citate. Un processo di trasformazione lungo, complesso e graduale che (si spera) porterà in pochi anni ad avere buona parte delle produzioni di abiti e accessori completamente ecosostenibili.
Ad oggi, purtroppo, questo processo di trasformazione coinvolge quasi esclusivamente brand di alto livello – senza dimenticare quelli che già in tempi non sospetti avevano fatto di questi principi il fondamento del proprio credo (leggi il nostro articolo su Stella McCartney). Questi brand, dall’agosto 2019, hanno constituito il Fashion Pact: una coalizione globale delle principali aziende del mondo della moda e del tessile, nato in risposta all’appello del Presidente Francese Emmanuel Macron e al Presidente e AD di Kering François-Henri Pinault. Clicca qui se ti interessa approfondire l’iniziativa.
Per i lettori milanesi, se la tematica vi sta a cuore, segnaliamo un evento: il 5 maggio alle ore 18 inaugurerà FashRev Lab. Un evento che Fashion Revolution Italia porta negli spazi di D-house, laboratorio urbano di innovazione, in via Ferraris 1 a Milano, per rafforzare la propria campagna per un’industria della moda più responsabile, innovativa ed etica. I tre piani di D-house diventeranno infatti dei laboratori a cielo aperto nei quali il pubblico avrà la possibilità di interagire con designer intenti ad operare con alcune delle più innovative tecnologie in ambito tessile.
Non vi immaginate però, quando si parla di prodotti ecosostenibili, di trovarvi davanti una distesa di tessuti grezzi e colori smorti è esattamente il contrario vedi ad esempio la nostra (R) Home Collections.
Le tecnologie di riciclo, tintura, lavaggio, nonchè la ricerca di nuovi materiali hanno dato origine a una serie di prodotti dall’insospettabile anima verde.
Un esempio fra i tanti, che ci è particolarmente piaciuto sono le eco-bag RISACCA x GIGLIO.COM
Giornata mondiale della Terra il 22 aprile: la ricorrenza nata dopo il disastro ambientale di Santa Barbara
Voluta dal senatore americano Gaylord Nelson dopo che una piattaforma petrolifera esplose. In mare finirono 10 milioni di litri di petrolio
Da 52 anni a questa parte il 22 aprile è la Giornata mondiale della Terra . Istituita dalle Nazioni Unite nel 1970 per portare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’importanza della conservazione delle risorse e la salvaguardia dell’ambiente naturale, fu fortemente voluta dal senatore americano Gaylord Nelson. Il tema di questa edizione è “Investiamo nel nostro pianeta”.
Le origini: il disastro di Santa Barbara
La causa della mobilitazione pubblica è da rintracciare nel disastro ambientale avvenuto a Santa Barbara del 1969. Per la precisione, era il 29 gennaio quanto una piattaforma petrolifera della Union Oil – localizzata a 200 chilometri dalle coste di Los Angeles – esplose per la forte pressione provocata dal trivellamento del fondale marino. Si riversarono in mare più di 10 milioni di litri di petrolio. Il bilancio fu drammatico: rimasero uccisi più di 10mila gabbiani, delfini, foche e leoni marini. Un anno dopo, in occasione del primo anniversario del disastro, 20 milioni di americani diedero vita a una delle prime mobilitazioni in difesa della Terra. Nel 1990 si tenne il secondo Earth Day passato alla storia: più di 200 milioni di persone di 141 Paesi diversi si riversarono nelle piazze dando un impulso nuovo alla cultura del riciclo, ancora poco sentita negli anni del boom della plastica monouso. La terza edizione memorabile fu quella del 2000: fu la prima in cui venne utilizzato internet per organizzare l’evento, e permise di raggiungere centinaia di milioni di persone in tuto il mondo.