Rifletto spesso su un paradosso tutto italiano. Sto parlando dei centri storici.
Non credo esista al mondo una nazione in cui i centri storici si siano conservati in modo così intatto, quasi come nella favola della Bella addormentata nel bosco. Alla domanda come mai sia successo questo, mi rispondo che i centri storici si sono conservati per ignavia. Sono convinto, altresì, che con la stessa ignavia li stiamo distruggendo. Tutti i centri storici delle grandi città sono praticamente vissuti da uffici e da punti di ristorazione ed affini. Non parliamo poi delle città universitarie in cui tutto il patrimonio edilizio del centro storici è affittato a docenti e studenti fuori sede.
Più di una volta si è detto che i centri storici sono diventati dei divertimentifici con tutti i problemi sociali che ne derivano. Certamente l’abolizione delle tabelle per i negozi ha favorito lo sviluppo selvaggio di locali per bere e mangiare. Gli amministratori delle città pensano che il fiume di persone, in particolare giovani, che si riversano in centro porti vitalità e guadagno. Di certo tutti questi locali guadagnano non poco ma il danno sociale, anche in termini di ordine pubblico, sono decisamente maggiori.
Basti vedere alla mattina la quantità di rifiuti e depositi, in senso figurato, che deturpano le strade. Sarebbe ora di far tornare ai centri storici abitanti stabili e anche tutte le attività artigianali che sono state a suo tempo deportate fuori della cinta urbana.
a cura di Enrico Pulsoni