Il DIARIO DI FRIDA

Mappe Teatrali a cura di Alesssandro Tampieri

Scritte che sembrano disegni. Fogli che sembrano quadri.

Il diario che Frida Kahlo ha tenuto negli ultimi dieci anni di vita è un racconto intimo e privato, meno noto delle sue opere, ma di pari forza espressiva e valore artistico.

Pagine scritte con il flusso delle libere associazioni di un pensiero che rivela i lati più nascosti dell’animo, riscoprendovi gli archetipi della cultura messicana, primitiva e istintuale.

A questo mondo interiore si ispira la camera di Frida assolo di danza che reinterpreta la Kahlo prigioniera di un letto, la cui struttura vuota può divenire gabbia, cornice, specchio, feretro. In questo spazio limitatissimo, una donna veste la solitudine della notte con gli abiti e le maschere di una personalità ambigua e contraddittoria. La gran ocultadora come amava definirsi per alimentare il mistero di un io in bilico tra ragione e follia, ironia e tragicità.

La camera di Frida diventa il teatro in cui si proiettano con forza espressionistica gli incubi e i sogni della pittrice. Un mondo onirico fatto di carne e di spirito. Soprattutto di sangue. Di gambe recise e ali per volare via. Macchie d’inchiostro ordinate nella geometria squadrata di un libro, che si traducono nell’ossessione dei movimenti ripetuti. Cicatrici di una danza macabra, chiusa nel rigido perimetro di un letto.

In occasione della retrospettiva sull’artista, una nuova proposta per le mappe teatrali dove le tavole del palcoscenico incontrano quelle pittoriche. Uno studio su Frida Kahlo, cui ho avuto l’onore e la fortuna di collaborare come regista, interpretato e coreografato da Carla Vannucchi, immortalato negli scatti di Emanuela Sforza.

[metaslider id=4394]

Seconda tappa del progetto internazionale For Frida, con la danzatrice americana Kitty Lunn e la compagnia di performer abili e disabili Infinity Dance Theater di New York City.

Condividi:

Seleziona la tua lingua

Articoli recenti