NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per MAGAZZINO26
Le vacanze sono alle porte e, anche se non siete proprio dei lettori appassionati, potreste aver bisogno di un consiglio per arricchire le ore di relax sotto l’ombrellone con qualche lettura piacevole. Ecco la mia prima proposta: Il caso Malaussène – Mi hanno mentito di Daniel Pennac
Questo romanzo, pubblicato a fine aprile, rappresenta un ritorno a lungo atteso per milioni di fan. Infatti era dal 1999 che non si avevano più succose notizie della famiglia allargata dei Malaussène e del loro “capo tribù’ Benjamin, di professione (e vocazione) capro espiatorio.
Per chi non conoscesse ancora la saga di Belleville (quartiere parigino, habitat della tribù) l’ovvio consiglio è di recuperare al più presto iniziando da Il paradiso degli orchi, primo spassosissimo capitolo. Per tutti gli altri: eccolo, finalmente è tornato!
Per evitarvi brutte sorprese vi dico subito che la storia si articola in due volumi e l’uscita del secondo (e conclusivo) non è stata ancora resa nota. Quindi l’ultima pagina ci invita ad aspettare ma ci lascia comunque con una buona visione complessiva, con qualche certezza e con i nostri beniamini relativamente al sicuro…
Dopo più di vent’anni rincontriamo tutti i componenti della strampalata comunità (anche l’erede di Julius, il mitico cane). Come è giusto che sia, ci sono stati cambiamenti, gli adulti sono invecchiati e i piccoli della famiglia sono cresciuti.
Benjamin (fratello maggiore/vice-mamma/fulcro) in realtà lavora ancora per la casa editrice Il taglione e si occupa di curare e proteggere i nuovi autori, paladini della “verità vera” (e per questo a rischio ritorsioni). Il rapimento di un losco e spietato uomo d’affari dà il via a tutta una serie di eventi e rivelazioni che porteranno Benjamin di nuovo, inevitabilmente, in mezzo ai guai. Daniel Pennac, autore dallo stile inconfondibile, torna per raccontarci l’attualità attraverso le assurde e sgargianti avventure della comunità “tribale” che ruota intorno a Benjamin Malaussène.
Negli ultimi venti-trent’anni il mondo è ovviamente cambiato; la tecnologia, i nuovi media, la commistione di politica e finanza, le ONG, la trasformazione della società e dei suoi valori ne sono chiari simboli. Inoltre, sin dal sottotitolo (titolo del romanzo verità), risulta evidente una riflessione dell’autore a proposito della sempre più diffusa abitudine alla menzogna, contrapposta alla verità, che sembra ormai ridotta solo, simbolicamente, a merce.
Gli spunti di riflessione sono molti ma, non temete, le vicende e il tono in cui vengono narrate sono, come sempre, divertenti e appassionanti. C’è tutto quello a cui Pennac ci ha abituati: personaggi incredibili e affascinanti, descrizioni ricche, ironia e sguardo scanzonato. C’è anche la speranza: riposta nelle capacità, nell’energia e nella curiosità delle nuove generazioni, nonostante (o forse grazie a) la sventatezza dell’idealismo.