NATURAL BORN READER – VILLA VENTOSA

NBR – Natural Born Reader a cura di Roberta Maroni per MAGAZZINO26

Siete ancora alla ricerca di qualcosa di piacevole da leggere durante le vacanze? Tralasciando per un po’ le uscite ancora calde di stampa, vi propongo Villa Ventosa di Anne Fine

Villa Ventosa_Natural Born Reader_Magazzino26
IN COPERTINA – Hans Thoma, «La Œd». Veduta dello Holzhausenpark a Francoforte (1883). Städelsches Kunstinstitut, Francoforte.

 

Ho cercato questo romanzo su consiglio di una partecipante ad un pagina social di appassionati di lettura. Non riuscendo a trovarlo in “pronta consegna” ho ripiegato sull’usato, esperienza nuova per me (i prestiti fra amici non contano).

Mi ha fatto un effetto particolare aprire la copertina e trovarci una dedica, quasi fossi un’intrusa. Era un regalo, un ringraziamento per la vicinanza durante un periodo difficile. Sono sempre più convinta che, a scapito del mio spazio vitale, non riuscirò mai a disfarmi di nessuno dei miei libri, in special modo quelli che mi sono stati regalati.

Ma veniamo a noi. Anne Fine è una famosa scrittrice inglese molto prolifica e capace di spaziare dalla letteratura per ragazzi (famoso “Madame Doubtfire” da cui è stato tratto il film) a quella per adulti.

La Villa Ventosa del titolo è la casa di famiglia dei Collett: una dimora di campagna impreziosita da un suggestivo parco che digrada verso la campagna inglese e confina con il classico pub-locanda. E a Villa Ventosa vive, ormai praticamente sola, Lilith la matriarca. Attorno a lei gravitano, senza speranza di fuga, i quattro figli, vittime delle sue intemperanze e dei suoi ricatti.

Perché tutti sanno che qualsiasi cosa la contrarierà (ed è molto facile che succeda) avrà come conseguenza l’ennesimo attacco all’adorato parco: verrà sistematicamente devastato senza alcun’altra apparente ragione se non quella di assorbire la furia della tirannica madre. Tutta la prole, molto affezionata al parco, regno dell’infanzia spensierata e scrigno di molti ricordi felici, soffre per questa distruzione, in particolar modo William, l’unico maschio.

Ogni occasione in cui la famiglia si riunisce è potenzialmente esplosiva. L’unico esterno al clan che si presta a subire lo strano rituale è il compagno di William e sarà presente anche quando Barbara, la minore di casa, annuncerà il suo imminente (e inaspettato) matrimonio con un misterioso giovane spagnolo.

La notizia scatenerà tutta una serie di reazioni e, fra scambi di battute graffianti e apparizioni di personaggi secondari fuori dagli schemi, molte dinamiche cambieranno fino al liberatorio epilogo.

Anne Fine ha scritto questo libro nel 1994 quindi questo suo essere figlio della fine del secondo millennio emerge qua e là, un po’ come “spirito del tempo” e un po’ come mancanza di riferimenti che ora diamo per scontati (tecnologia, social ecc…).

Lo stile è piacevole, semplice e diretto, molto British nell’ambientazione, nei personaggi e nella tipica ironia, ricca di sarcasmo. L’autrice affronta temi e ruoli complessi senza falsi moralismi ma anche senza particolare cinismo.

Tutti i personaggi principali sono raccontati senza nasconderne le debolezze o le piccolezze; un nucleo familiare, come anche anche nel successivo romanzo “Lo diciamo a Liddy?”, in cui i rapporti non sono mai idilliaci e le individualità faticano a emergere fra compromessi, equivoci e bugie. E’ anche grazie a questa schietta umanità che ci si appassiona velocemente alle loro disavventure.

Perfino Lilith, molto lontana dallo stereotipo materno e apparentemente detestabile, una volta approfonditi il suo vissuto e le sue ragioni, emerge rinnovata e decisamente accattivante.

Buona lettura e ricordatevi la protezione solare…

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