THE MUSIC COVE a cura di Alexander Amorino Lov
Noi adolescenti degli anni ’90 cresciuti a MTV e Videomusic, siamo stati svezzati e foraggiati di musica che ora, nemmeno ci possiamo immaginare; eh sì, la decade ‘90-‘00 ha portato grandi nomi della scena underground al cospetto di una fruibilità di pubblico più massiva e quindi, fatto sgattaiolare fuori da qualche garage ammuffito, band che ora primeggiano sui palcoscenici, basti pensare a Bush, Smashing Pumpkins, Soundgarden, per citarne alcuni.
Dopo la decade d’oro, così mi piace chiamarla, il mondo del rock si è spento. Come se fosse inibito da un tranquillante, ha avuto guizzi piccoli e stentati fintanto che ogni tanto qualche segno di vita l’ha dato e ci ha ricordato che qualcuno, sotto le macerie del viver spento degli ultimi anni, ancora ha qualcosa da dire.
E’ proprio il caso di dirlo signori, quando l’album la cui copertina la vedete campeggiare qui sopra è uscito (3 giugno 2016), io non ero pronto; mi limitavo scioccamente a dar per morti i miei istinti rock e ad orientarmi a musica molto meno acustica.
Ma chi sono i The Kills? Sono una band indie rock, o meglio un duo perché crederci o meno, sono pure troppi per il minimal indie rock sporcato di blues che ci propongono. Ancora niente? Vi ricordate i Placebo? Uscì un disco chiamato appunto Meds, come la title track che vedeva Brian Molko duettare con Alison Mosshart, detta VV, dei The Kills appunto: una voce graffiante e sinuosa votata al rock, ma starebbe pure benissimo in un sottogenere di indietronica. Ecco la frase giusta per la sua voce: duttile e sporca.
Questo disco, ragazzi è quanto noi amanti del rock viscerale, sanguigno e ben suonato stessimo aspettando nei nostri momenti letargici quindi, alzare le puntine, togliere i dischi di elettronica, drum ‘n’ bass, trip-hop, new-wave e quant’altro e lasciatevi trasportare in questo viaggio “on the road” di rock tutto ben suonato, nulla di nuovo, ma rielaborato e riportato in un attuale assolutamente disarmane, quasi uno stato di grazia.
In primis una considerazione: la copertina, in cartone zigrinato, ricorda i case degli amplificatori da chitarra ed è piacevolissima al tatto, mi ricorda i miei vagiti di malessere adolescenziale in saletta prove a dar sfogo alla mia eccentrica ignoranza musicale! E la stampa in oro? Semplicemente so ‘70’s!
Apre l’album in questione, “Ash and ice” il singolo apripista che vi propongo col suo video…
Drum machine e chitarra aprono questo brano dal sapore un po’ hip-hop, melodia semplice e diretta con un intarsio di note che semplicemente comunicano un inno, quello di fare musica senza compromessi.
Incredibile come due sole persone possano riempire così tanto il suono con il solo ausilio estemporaneo di una drum machine.
Altro brano degno di nota dell’album è senz’ombra di dubbio Days of Why and How, una sensualissima ballad, che mantiene un monocorde riff accompagnato da un beat che ammicca al blues più modernariato, ma comunque estremamente fruibile, e parecchio morbido.
Una voce, quella di VV, che ricorda per certi versi (non tiratemi uova marce) quella di Nico dei Velvet Underground.
Altre tracce da sentire e risentire sono Hum for your Buzz, un brano che si mantiene su riff minimi di chitarra e lascia alla voce di Alison l’intessere dell’intensa lirica che accompagna questa ruffiana e ammiccante canzone che parla di lasciar perdere.
“Will you call on me
If I turn my back on you
Fall into the river
Just keep on swimmin’”
Con Impossible Tracks e Black Tar si ritorna a schemi musicali ben più cari all’hard rock a cui siamo stati un po’ tutti abituati, concludendo con Whirling Eye che sembra prestata dagli anni wave ’80 e forse rubata a qualche gruppetto che ne aveva un rimpianto, o per pudore non aveva inciso, miscelata con un ritornello splendidamente punk e gridato.
Un album che si ascolta on the road, che si ascolta sul divano, che si ascolta ovunque, che si salta, che si annida nelle viscere. Se avete nostalgia di quei momenti in cui si credeva davvero si sarebbe davvero diventati qualcuno nella musica, allora compratevelo, scaricatevelo e amatelo!